In piscina Caimi sono tutti cretini


La Piscina Caimi è un luogo bellissimo
elegante
gioioso per gli occhi
e in Piscina Caimi
sono tutti cretini.

(A scanso di equivoci
io sono il primo tra i cretini)
ad aspettare 3 ore per una birra
4 ore per una bruschetta
che pagherò non meno di 12 euro.

Sono tutti cretini
e io non proibisco che lo siano
con i bagnini vestiti troppo fighi
con i guardascarpe
(cugini dei guardaspiaggia e dei guardadovemettiipiedi)
a dirti: si levi le scarpe, si levi le scarpe, si levi le scarpe, grazie.
e metti che c’avevo le unghie lunghe, scemunito?
tu non ci pensi a questo vero, guardiascarpe?
I guardiascarpe tra l’altro hanno delle tute metà imbianchino metà profeta.
Anche loro sono troppo fighi, come i bagnini, in piscina Caimi, sono tutti cretini.

Fanno tutti le dirette video
sul Facebook
si riprendono
scalzi, coi bagnini cretini e profeti imbianchini
in piscina Caimi

La piscina Caimi è l’essenza di MIlano
sta a Milano come Milano sta alla Piscina Caimi
l’equazione si sgretola e diventa un tutt’uno.
Perchè a Milano e in piscina Caimi
ad esempio
parlano tutti di lavoro.
– si Andrea, domani formalizziamo l’offerta
– Antonio, a quel prezzo pensiamoci un attimo e rispondiamogli con in copia Michele.
Ma vafemmoc ammammt!
Secondo me a Pisa non si parla di lavoro, in piscina.
Magari si parla di betulle e risciò
ma non di lavoro.
O magari non si lavora.
O magari non si va in piscina.
Ecco.

Avevo scritto tutte sta cosa
almeno una settimana fa
poi Selvaggia Lucarelli ci ha messo la testa
ci ha messo la bocca
e come al solito ha fatto banco.
Selvaggia, Selvaggia, come devo fare con te
che mi rubi i post dalla mente.
Metterò delle password al cervello
se possibile ancora più massicce.

Orsù dunque
mi taccio
e vado ad ammazzare la comunità di zanzare
che fa piani strategici
per la conquista delle caviglie
che sulla compaggine dei cretini
che vanno in piscina Caimi
ho scritto già troppo cose.

D’altronde
la piscina,
come il cornetto vuoto
e il bricolage
è un concetto
che non esiste.

La Cicala e la Formfiiga


Agosto

– Uè formiga, com’è?
– Ciao cicala. Abbastanza…
– Bene o male?
– Abbastanza.
– Fiiga, dimmi così e così, non dirmi abbastanza. Che significa abbastanza?

Figa formiga, ma cos’è che stai facendo?
– Sto lavorando, fiiga!
– Figa, stai lavorando? Ad agosto?
– Sì. Tra un po’ sarà inverno.
– Figa, tra due mesi è inverno…
– Siì. Fiiga.
– E poi, minchia oh, bruttissimo l’inverno.
– Sì. È brutto l’inverno, Fiiga!
– Figa, il freddo, la neve… Figa io sto male da Dio.
– Anche io. Spesso muoio. Fiiga.
– Figa, ma non pensiamo all’inverno, formiga. Figa, andiamo a bere.
– No. Devo lavorre, fiiga!

– Dai formiga, cafferiino?
– No.
– Spumantiino?
– No.
– Champagniino.
– No. Fiiga.
– Figa ma che palle formiga. Con te non si può fare niente…
– No. Fiiga.


2 mesi dopo

– Oh Formiga, come, come, come va?
– Ciao cicala. Benone.
– Senti Formiga, non è che avresti un po’ di pane?
– No.
– E un maglionciino?
– No.
– E un giubbottiino?
– No.
– E un bomberiino?
– No. Fiiga.
– Figa, sei crudele però Formiga.
– No, cicala, sono una formiga.
– Figa, ma io sto morendo di fame…
– Mi dispiace.
– E di freddo.
– Ho detto mi dispiace: Fiiga.
– Figa, allora mi lasci qui a morire di freddo e di fame?
– Mi dispiace Cicala, ma d’altronde si lavora e si fatiga per l’inverno e per la…
– Figa!
– No, brutta stagione.
– Figa!
Fiiga!