Il caso Spotify


Gentile signor Spotify,
innanzitutto per me è un grande onore conoscerLa e scriverLe.
Sono un grande appassionato di musica e ieri sera ho finalmente visto il film a lei dedicato: il caso Spotify, vincitore di numerosi e recenti premi in quel di Hollywood.

Le scrivo per darLe dei consigli e metterLa al corrente di impressioni ricevute durante la navigazione e la fruizione del Suo prodotto, online, in streaming.
Premetto, inoltre, che non conosco il suo fatturato, il suo stato di salute in Borsa (è quotato in Borsa?) e l’acquisizione media giornaliera  di utenti prospect, è quindi possibile che tutto quello che lei fa e di cui io a breve mi lamenterò è fatto con raziocinio e (conseguente) Suo beneficio; colga perciò il mio post come un’urgenza comunicativa tra utente e Brand, senza patemi però, Gli assegni pure un codice bianco.

E’ da qualche mese che usufruisco del Suo servizio, trovandolo molto più intuitivo e completo del servizio fornito dal signor Youtube, immagino Suo concorrente.
Lo utilizzo prevalentemente come utente basic (non vi do una lira insomma) e da smartphone (ho aumentato i giga del mio piano tariffario proprio per questo) sorbendo di buon grado le giuste dosi pubblicitarie erogate ogni 15-30 minuti.
Due cose però, in contrasto con l’ottima “customer” experience messa a disposizione di noi utenti, mi mandano ai matti.

Sarà mia cura, in virtù della stima che nutro nei Suoi confronti, elencarglieLe:
1) la Sua scelta arbitraria di passare da un album specifico di un’artista ad un altro album dello stesso artista, es: dall’ascoltare “Ramble On” all’interno di Led Zeppelin II passo ad ascoltare brani di Led Zeppelin III.
2) la Sua scelta arbitraria di cambiare un artista rispetto a quello inizialmente scelto,
es: dall’ascoltare il nuovo album di Brunori passo ad ascoltare una canzoncina di Cristina D’Avena.

Nel mio caso, isolato e magari non rappresentavo del campione su cui Lei pondera le basi del business, questo “scherzetto” mi ha costretto a comprare 2 vinili; vinili di artisti che provavo ad ascoltare su Spotify ma il cui ascolto veniva sistematicamente interrotto da scelte musicali divergenti dalla mia scelta iniziale.

Insomma signor Spotify, parliamoci chiaro: ho dato soldi a dei suoi concorrenti a causa di una funzionalità disturbante, verrebbe da dirmi, non solo a me forse: maledetto algoritmo.
Questa cosa lei l’aveva preventivata? Le fa piacere? Ha pensato eventualmente di risolverla?
Io resto a disposizione per un sereno confronto, per parlarne e discuterne insieme.
Scelga Lei se online o offline. Sa dove trovarmi, sa qual è il mio account, sa quanto sarò sempre coinvolto e felice nell’aiutarLa a risolvere il caso Spotify.

g.m.
Giorgio

Battiato dreaming


Osservo cervi muti
parlare di politica
nei boschi della Scozia

lamentano un po’ attoniti
scissioni paventate
del mondo democratico

non hanno ancora inteso
politici e politoligi
che siamo in ere drag and drop

davanti nei congressi
ottuagenari frusti
ambiscono al rispetto.

RIT:
Per questo per protesta
affondo sul divano
e guardo docu: Deadlist Catch
chi pesca grossi granchi
a 40k l’anno
ha tutto il mio rispetto.

E poi le palme bruciano
le nuove palme in Duomo
le palme amiche del caffè

piantate non per datteri
son piante per il marketing
strizzano l’occhio assai all’Islam

chiudiamo le frontiere
facciamo grossi muri
salvo sarà poi il popolo

basta che resti aperto
il canale con l’oltralpe
almeno per il Veuve Clicquot.

RIT:
(vedi sopra)

La terribile sindrome Vodafone uo-o-o-o


Un mio amicuo-o-o-o lavora in Vodafone.
Qualche giorno fa mi ha detto: Giorgiuo-o-o-o, tu non hai idea cosa sta succedenduo-o-o-o in questa azienda.
Molte persone, ad un certo puntuo-o-o-o, dal nulla, iniziano ad attaccare uo-o-o-o dopo ogni parola. Il dottore dell’azienda l’ha definita la sindrome Vodafoneuo-o-o-o.

– Amico miuo-o-o-o, purtroppo nemmeno tu, adessuo-o-o-o ne sei immune. Ti ho sentito dirluo-o-o almeno 4 volte.
– Io? Ti sbaglanduo-o-o-o. Tu, piuttostuo-o-o-o, adesso lo stai facenduo-o-o-o.
– Come potrei farluo-o-o-o? Io mica lavoro in Vodafonuo-o-o-o.
– Sarà…
– Sarà…

Ho salutatuo-o-o-o il mio amico e me ne sono andatuo-o-o-o.
Davvero strana questa storia della sindrome Vodafone, mi sono dettuo-o-o-o, fischiettando quella canzone che adesso va molto di moda, che alla fine fa: uo-o-o-o.