Il bambino che aveva la voce come Katia Ricciarelli


– Dottore, sono qui con mio figlio per il problema che le avevo accennato l’ultima volta…
– Ovvero?
– Mio figlio ha un’ ottava sfalsata.
– Di seno?
– No, di voce.
– Cioè?
– Cioè: quando parla sembra Katia Ricciarelli.
– Accidenti… Vediamo un pò… Egidio, ciao, dimmi pure qualcosa. Come stai?
– BENISSIMOOOOO DOTTOREEEREEE.
– Ma è incredibile! Sembra davvero Katia Ricciarelli. Ha una voce portentosa…
– No dottore, ha una voce da scassacazzo. E io vorrei che iniziasse ad avere una voce normale.

– Capisco. Capisco il problema. Allora, così, ad occhio, anzi, così, a orecchio, probabilmente abbiamo ben due soluzioni .
– Mi dica…
– CIII DIIIICCAAAAAA.
– Egidio, tu non parlare più. Fai parlare me, ok?
– VA BEEEEENEEEE.
– Dunque, o gli tagliamo la gola, (gli facciamo un bel taglio, un taglio anni ’80) oppure lo mandiamo a XFactor.
– Ad XFactor l’ho già mandato…
– E che hanno detto?
– Arisa ha detto che non gli era arrivato. Era troppo troppo Katia e troppo poco Ricciarelli.
– CII SONOOO RIMASTOOO MOLTOO MALEEE, O MIO DOTTOREEE.
– Egidio, ti ho detto stai zitto, a papà.
– Quindi, praticamente, resta solo la soluzione del taglio.
– Così pare, dottore.

– E va bene, allora procediamo. Non ti preoccupare Egidio, ti farò un bel taglio. Sarai un figurino con la tua nuova gola tagliata. Vuoi dire un’ultima cosa con la tua voce alla Katia Ricciarelli?
– Dottore, come se l’avesse detto. Proceda pure.

Dialogo tra un figlio New Wave e una madre collateralmente postmoderna


– Vieni a tavola ?
– No, non posso.
– Perché?
– Sto male.
– Che hai?
– Sono vittima.
– Tu le vittime ce le hai nel cervello… di chi sei vittima?
– Di Meat is murder.
– Cioè? Hai mangiato qualcosa che ti ha fatto male?
– No. No.
– La carne è l’assassino, significa questo in inglese? Che io mò ho fatto il corso d’inglese. Sono brava?
– Bravissima. Ma murder è omicidio, non assassino. E comunque il mio malessere è costante.
– E tu non mi dici che hai…
– Te l’ho detto. Sono vittima di Meat is murder. È un album. Degli Smith.
– Ah! E chi dobbiamo chiamare? Un dottore?
– No. Chiama Morrissey.
– Si chiama così il dottore? Ma non è di Barletta?
Giiiiinoooooo, prendi l’elenco e trova Morrissey, dottore. Chiamalo.
– Ma l’elenco telefonico esiste ancora?
– Non lo so. È per far fare qualcosa a tuo padre. Per dargli un po’ di fastidio…

– Va bè, ma non devi venire a tavola, quindi?
– Te l’ho detto. Sto male. Sono vittima dell’album. Mi sta creando complicazioni.
– Ho capito… Vuoi un brodino?
– No.
– Vuoi che ti porti qualcosa?
– No.
– E che posso fare mentre arriva il dottor Morrissey?
– Accendi il computer. E schiaccia play. Barbarism begins at home.
– Cià ditt? (che hai detto? trad.)
– Niente. Accendi il computer e basta.

– Marisaaaaa, il dottore non può venire. Ha detto che è in tournè.