Gerry Scotti


I rimorchi dei TIR
con i nomi fantasiosi
mi fanno
letteralmente
volare.

La vera emozione
me la donano
quelli con i nomi
massicci e meridionali:
Gino, Savino, Lello.

Non scherzano
nemmeno
però
quelli con i nomi
irrazionali:
Jack, Aquila, Furia.

Per non parlare poi
di quanto adori
i TIR senza rimorchio…
Difatti
non ne parleremo.

L’altro dì
mentre attraversavo il marciapiede
ho visto un Tir
con un nome tra i più pazzeschi:
Gerry Scotti.
Dopo un tram chiamato desiderio
un tir chiamato Gerry Scotti
cioè, ragazzi, ma di cosa stiamo parlando…
Fare una foto era il minimo che potessi fare
al tir col nome più bello di tutti i tempi.

Allora ho attraversato la strada
ho avvicinato le mani al jeans
ho preso lo smartphone
e l’ho messo in direzione di Gerry
per dargli il giusto tributo che meritava
per renderlo: sovrano
tra i miei scatti dell’Instagram.

Nel mentre in cui pigiavo il tasto però
il pacifico autista di Gerry
ha tirato giù il finestrino
ha mostrato il suo volto dell’est
con barba, baffi e occhiali da sole
e con un sorriso da non sfidare
mi ha pacificamente detto:
cazzo vuoi, coglione?

nel frattempo ha girato la rotonda
ha accesso il tasto della sfrontatezza del camionista
ed è andato avanti
e io sono rimasto immobile
senza aver pigiato il bottone
senza aver scattato la foto
senza aver immortalato Gerry
nella memoria del mio smartphone
mentre lui andava via
a fare casino su altri caselli
a dare spettacolo su careggiate buie
e a far brillare
in notti scure
i piccoli led
che compongono il suo nome:
Gerry Scotti.

gerryscotti-giorgiodamatosenzapostrofo

Quando G.C. divenne un installatore di parabole


– Salve, lei è il signor G.C.?
– Esatto.
– Come è venuto a conoscenza della nostra azienda?
– Sono in contatto con i piani alti.
– Di questo edificio?
– No, del Cielo.
– Il canale televisivo?
– No. Con Iddio.
– Eh la Madonna…
– Quella è mia madre.
– Scusi, non volevo essere offensivo. In ogni caso, cosa la spinge a fare questo lavoro?
– Mi piacciono le parabole.
– In che senso?
– Non ne sbaglio una.
– Va bene, mi ha convinto. Il posto è il suo.
– Grazie mille. Non ve ne pentirete.
– Il suo primo appuntamento è domani. Alle 16:00.
– Ottimo.

Suona il citofono

– Salve, lei è?
– Il tecnico per la parabola.
– Prego, secondo piano.

– Salve, sono G.C.
– Salve, prego si accomodi. Dunque, questo è il decoder. Se vuole le mostro anche la via del tetto o il balcone, così può installare la parabola.
– Non ne ho bisogno.
– In che senso?
– Gliela racconto.
– Cosa?
– “Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico, dei briganti lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso..
– Ma cosa sta facendo?
– Non le piace questa? Allora ascolti quest’altra: “Un uomo aveva due figli. Il più giovane di loro disse al padre: “Padre, dammi la parte dei beni che mi spetta”. Ed egli divise fra loro i beni. Dopo…
– Ma signor G.C. ci deve essere un equivoco. Io ho bisogno della parabola di Sky, non delle sue parabole…
– Sì, ma prima senta questa, è molto meglio di quella di Sky:”C’era un uomo ricco, che si vestiva di porpora e di bisso, e ogni giorno si divertiva splendidamente; e c’era un mendicante, chiamato Lazzaro…
– Senta G.C. io la ringrazio, ma non sono interessato a questo tipo di parabole. Io voglio le parabole che si mettono sul balcone o sul tetto o con le quali si vedono le partite, i film e le Serie TV. Ce le ha? Me le può montare? Adesso?
– Ehm no, però mostrarle la via del regno dei cieli.
– La guardo sul navigatore. La ringrazio.
– E se le dico quella del seminatore e i dei suoli? È molto avvincente…
– Meglio di no. La prossima volta magari. Cristo regni.
Sempre regni!