I rimorchi dei TIR
con i nomi fantasiosi
mi fanno
letteralmente
volare.
La vera emozione
me la donano
quelli con i nomi
massicci e meridionali:
Gino, Savino, Lello.
Non scherzano
nemmeno
però
quelli con i nomi
irrazionali:
Jack, Aquila, Furia.
Per non parlare poi
di quanto adori
i TIR senza rimorchio…
Difatti
non ne parleremo.
L’altro dì
mentre attraversavo il marciapiede
ho visto un Tir
con un nome tra i più pazzeschi:
Gerry Scotti.
Dopo un tram chiamato desiderio
un tir chiamato Gerry Scotti
cioè, ragazzi, ma di cosa stiamo parlando…
Fare una foto era il minimo che potessi fare
al tir col nome più bello di tutti i tempi.
Allora ho attraversato la strada
ho avvicinato le mani al jeans
ho preso lo smartphone
e l’ho messo in direzione di Gerry
per dargli il giusto tributo che meritava
per renderlo: sovrano
tra i miei scatti dell’Instagram.
Nel mentre in cui pigiavo il tasto però
il pacifico autista di Gerry
ha tirato giù il finestrino
ha mostrato il suo volto dell’est
con barba, baffi e occhiali da sole
e con un sorriso da non sfidare
mi ha pacificamente detto:
cazzo vuoi, coglione?
nel frattempo ha girato la rotonda
ha accesso il tasto della sfrontatezza del camionista
ed è andato avanti
e io sono rimasto immobile
senza aver pigiato il bottone
senza aver scattato la foto
senza aver immortalato Gerry
nella memoria del mio smartphone
mentre lui andava via
a fare casino su altri caselli
a dare spettacolo su careggiate buie
e a far brillare
in notti scure
i piccoli led
che compongono il suo nome:
Gerry Scotti.
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