Una cosa che mai nessuno ti ha detto


Immagino fossi tu ieri
intrappolata sotto una mantella rossa più grande di te
che ti rendeva molto simile a un panzerotto pomodoro e mozzarella.

Dovevi essere tu
per forza
nessuno ha quegli occhi
quel sorriso
e quell’odore da pistacchio appena colto
che se i pistacchi potessero cogliersi mi voterei a questo sport notte e giorno.

Anche se eri tu
ormai son certo fossi tu
non ti ho fermato di proposito
non volevo chiederti: come stai
non volevo sapere dove stessi
non volevo dirti cosa facessi
nè come sia cambiato in questi anni.

Mi rendono cupi questi giorni
il Natale mi rattrista
Gesù Cristo, poveretto,
ogni anno costretto a nascere
senza ostetriche
senza riscaldamento
senza macchina per l’ittero.

Avrei voluto dirti
com’è possibile che tu dia di pistacchio?
facendoti pensare che uno matto come me
fosse difficile da trovare
(almeno all’esterno di un centro di recupero).

Per questo stasera
se e quando ti vedrò
mi avvicinerò a te
quatto e guardingo
e guardandoti negli occhi
aspettando un tuo sorriso
ti dirò una cosa
che nussun uomo prima d’ora
ti ha mai detto:
Buon Natale.

I teneri e inappropriati regali di mia madre


  • Giorgio, ti piace l’agenda che ti ho regalato? 
  • Molto.
  • La userai? 
  • Spesso.
  • Anche a lavoro?
  • Forse.
  • Come forse? 
  • Non è molto adatta ad un ambiente di lavoro…
  • Come no? 
  • Ma ti immagini me, in una riunione con i dirigenti e direttori, con l’agendina col cuore? 
  • Saresti tenerissimo.
  • No, sarei un minchione.
  • Non dire le parolacce. 
  • Ok, sarei inappropriato.
  • Va bè, allora la userai in giro, per prendere appunti? Per scrivere gli appunti per i tuoi scritti?
  • Non credo. In quei casi utilizzerei il telefono…
  • E quando cazzo la userai sta agenda? 
  • Non dire le parolacce.
  • Ok, quando la userai questa agenda?
  • Spesso.
questa l’agenda oggetto del post

    Amestista Lostagista e i festeggiamenti del Santo Natale


    per le precedenti puntate Clicca Qui

    qualche tempo dopo…

    – Ametista, allora, ha fatto i biglietti per tornare a casa, a Natale?
    – No direttore, non ancora.
    – Che fa, non parte? Non va a ritrovare la sua terra natìa?
    – Certo, mi piacerebbe tanto…
    – Ma..?
    – Ma Gianna (la mia tutor), mi ha chiesto di lavorare il 25 mattina. Sa, un’emergenza, non si sa mai…
    – Ha fatto bene. Gianna è sempre sul pezzo, ha avuto un’ottima idea.
    – Ottima, direttore. Ottima.
    – Quindi il 25 mattina è in ufficio, giusto?
    – Giustissimo. Poi per le 13:30 faccio pausa pranzo.
    – Fa solo un’oretta, vero?
    – Certo, solo per pranzo. È sempre meglio stare in ufficio il 25 pomeriggio; sa, le emergenze…
    – Parole Sante, Ametista. Parole sante… Mi spiace molto però che si concede solo un’oretta. Può anche prendersene due, volendo…
    – Eh direttore, meglio di no. Le emergenze non vanno mai in vacanza. Soprattutto il 25 dicembre, di pomeriggio.
    – Verissimo… ma dove pranzerà quindi il 25, Ametista?
    – Qui giù. Mi sono organizzato col kebabbaro.
    – Ottima idea Ametista, davvero.
    – Sempre sul pezzo, direttore.

    – Lei invece, direttore, che fa a Natale? Dove va a pranzo?
    – Guardi Ametista, anche io quest’anno sposerò la sua teoria.
    – Andrà dal kebbabaro?
    – No, no, non così massive. Sarò più light. Anche io il 25 dicembre farò qualcosa di inusuale.
    – Cioè? Dove sarà? Sempre se posso permettermi di chiederglielo…
    – Lei può chiedermi tutto, Ametista. Il 25 dicembre sarò a Honolulu.
    – Accidentaccio…
    – Sì Amestista, davvero, basta. Basta con le solite cose, i soliti pranzi…
    – I soliti kebabbari…
    – I soliti kebabbari. Io e mia moglie volevamo cambiare. E far svagare un po’ i bambini.
    – Come darvi torto, direttore.
    – Quando torno poi, le racconto un po’ come si stava ad Honolulu, che dice?
    – Attenderò con ansia direttore. Io le racconterò di come erano i falafel.
    – Ci tengo Amestista.
    – Va bene direttore. Vado. Ho da fare molte cose oggi pomeriggio.
    – Vada Ametista. E mi raccomando, in gamba eh…
    – Sempre direttore, sempre.