Riflessioni su una giornata al Poetto, Cagliari.


La Sardegna è una terra senza mezze misure. Per lo meno Cagliari. O tutto o nulla. Le sue donne infatti si dividono in due categorie: o bellissime o bruttissime. 

Il livello di sofisticazione dei tatuaggi, a Cagliari, si è fermato al 2003. Non si va oltre il floreale-tribale, quel filone che nel continente è stato lo step anteriore       allo stile attuale: il mostruoso-’50-colorato-ingiustificato. 

La presenza del marine-ranger dei ghiacci, in Fortitude, è una palese voglia degli sceneggiatori di contraddire l’affermazione: sei in target come un guarda-ghiaccio di colore. Un po’ come se da un momento all’altro, su questa spiaggia, a madidarsi di sudore, soffocato da pareo e gonfiabili, ci fosse un finlandese della prima ora. Chiunque non abbia un fototipo simile al pantone nero, non può fare questo  mestiere.  E poi, chissà come sono i finlandesi della seconda ora…

La vicina del mio ombrellone ha scelto come diminuitivo per la sua deliziosa pargoletta: topolina. Lei, la mamma, però attua e mette in pratica il diminuitivo del diminuitivo, chiamando sua figlia: topo; il padre, non pago, preferisce chiamarla: topa. C’è da capire, tra qualche anno, come Topo-Topa si presenterà ai suoi amichetti. E cosa i suoi amichetti, dopo  i convenevoli della presentazione, eroticamente penseranno. 

Lettera apetta a Enrico Letta per una commissione sui tatuaggi


Enrì,
tu sei uno giovane. Tu il mondo dei giovani, lo capisci. Tu c’hai Twitter. Tu non usi l’auto blu perché ascolti Rino Gaetano. È per questo che voglio scriverti. È per questo che ti scrivo, Enrì.
Col cuore in mano. Come un fratello. Fà finta che sia un pisano democristiano anche io. Leggi questa lettera come se anch’io avessi in camera un poster di Andreatta.
Perché ti scrivo per un tema serio, Enrì. Serissimo. I tatuaggi.
Io non so da quanto tempo non frequenti le balere, le spiagge o le cicchetterie. Non so da quanto tempo non stai nel mondo reale, Enrì. Per i tatuaggi però, bisogna prendere una soluzione.
Enrichè, in questi anni, troppo impegnati a far finta di fare qualcosa, tu e i tuoi colleghi non vi siete resi conto di quanta gente abbia deciso di immolare il suo corpo all’inchiostro. Enrì, tu non lo sai, ma per strada c’è gente che si tatua le proprie iniziali del nome. Cioè, tipo, tu ti chiami Enrico e ti scrivi una bella E. Sul polpaccio, sul collo, sulla spalla, dipende da dove c’hai meno peli.
Così se un giorno dovessi perdere la memoria, potresti chiedere agli astanti: ragazzi, ma io come mi chiamo? Con tutti quanti a dire: Eugenio… Empedocle… No, no, Eustorgio. Secondo me ti chiami Eustorgio…

Ti faccio sta proposta. C’ho sto vizio di fare delle premesse un po’ lunghe. Facciamo una cosa, Enrì. Visto che tanto voi in Parlamento avete troppo poco tempo per  legiferare, oberati come siete di lavoro, facciamo una cosa alternativa. Facciamo una bella commissione. Una commissione sui tatuaggi. Si sa, a noi e a voi, le commissione piacciono da morire. Si discute tanto nelle commissioni. E come discutete voi in Transatlantico Enrì, nessuno… Poi si discute ancora un po’, perché una discussione seria non può esaurirsi in due-tre mesi, ci vuole tempo, no? Dopo tre mesi di discussione poi, il problema è stato compreso, certo, ma c’è bisogno di un’altra commissione o di uno studio più approfondito. A quel punto poi, si può chiamare la Protezione Civile. O mandare Grillo a dire che la commissione sui tatuaggi la deve presiedere lui. Il popolo ha deciso che la commissione sui tatuaggi la deve presiedere il Movimento Cinque Stelle. Con streaming delle riunioni negli uffici dei tatuatori.

Io non so se c’avrai tempo di leggere sta proposta, Enrì. Mò state a fare di tutto per non fare la legge elettorale e per capire chi deve togliere l’Imu a chi.
“Mi dia 250 g. di cotto, senza Imu per cortesia.”
Enrì, scusami, una domanda. Posso? Ma gli esodati ci stanno ancora o se ne sono andati? Io non li sento più in giro. Non è che se ne so andati in ferie e non ritornano più?  Comunque Enrì, dicevo, io la proposta te l’ho fatta. Mò vedi tu. Possiamo prima fare quella sulle iniziali tatuate e poi quella sulle stelle a sproposito. Se avanza tempo magari, ne facciamo anche una sui fidanzati che si tatuano i nomi dei partner.

Tuo,