Umbertino (il brodo) e la vita caduca


Stasera si va a fare due passi
ti accodi? Chiesero ad Umbertino.

Non posso, egli rispose
Sto facendo il brodo, sentendo i Joy Division
e riflettendo su quanto la vita sia infausta.

Noi si parlava di stasera, precisarono gli amici.
Adesso son le 13:00.
Avrai molto tempo, da qua a stasera, di meditare sui tiri mancini del fato.

Avete ragione e abbiate pazienza, miei prodi,
ma il tempo caduco si assapora negli attimi vicini.

Come minchiazza parli? obiettarono gli amici,
al vacuo Umbertino.

Sto leggendo Bertolucci, si giustificò
ponendo avanti il dorso della mano.
Peccato che accanto a lui non vi era anima.
Ma leggeva Bertolucci, Umbertino, e si sentiva molto teatrale.

Il regista?
No, il poeta. Si può leggere un regista, di grazia? finalmente iniziò a polemizzare Umbertino.

Ora son molto più chiare molte cose, risposero liberati gli amici.
Quindi noi usciamo. Se poi ti va, fai uno squillo.

Certo miei prodi, andate pure.
Nostro potrà essere, nostro soltanto, il futuro.

Umbertì, spicci e scocciati i prodi dileggiati,
leggiti le cose serie.
Leggiti Fabio Volo.
Non le chiacchiere.

Ci pensò Umbertino alle parole degli amici.
Ci pensò tanto.
Ci pensò così tanto
che il brodo che stava preparando
si prosciugò nella pentola in ebollizione.
E confermò la teoria della vita caduca.
Come e quanto il brodo che c’era
e che in attimi infausti
sparì.

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