9 consigli per (iniziare a) lavorare nel Digital Marketing


Lavoro nel Digital Marketing da qualche anno.
In un ambiente affascinante, dinamico e zeppo di parole inglesi pronunciate a sproposito.
Qui, alcune regole suggerite dalla signora Esperienza, che magari, mio caro lettore, potrebbero tornarti utili.

  1. Prima di inviare un brief sii sicuro di aver capito cosa ti chiede il referente.
  2. Se il referente ti chiede cose infattibili, esprimi le tue perplessità.
  3. Se il referente ti chiede cose impossibili: digli in modo gentile che per i miracoli ci stiamo attrezzando.
  4. Scrivi nel modo più semplice e chiaro possibile:
    – essendo certo che quello che stai scrivendo verrà recepito facilmente da chi leggerà.
    – dando la possibilità a chi riceve la tua email, di inoltrare, a sua volta, la tua email.
  5. Nella gestione dei feedback:
    – rispondi riprendendo la domanda o allacciandoti ad essa.
    – (in caso di più attori coinvolti) rendi distintiva la tua risposta.
  6. Nel caso poi avessi la sfortunata idea di lavorare nel DIGITAL MARKETING:
    Prima di andare online:
    Verifica che tutto funzioni:  Cross-device: (mobile, tablet, desktop) e cross browser/Sistema operativo
    Dopo aver dato ok per online:
    Verifica che quanto schedulato sia effettivamente funzionante.
  7. Se lavori in azienda: ricorda che esistono ed esisteranno delle gerarchie.
  8. Se lavori in agenzia: ricorda che il cliente è il miglior nemico dell’uomo: ossequialo, maledicilo quando non in ascolto, consegna i materiali per tempo.
  9. Ricorda che le competenze si acquisiscono. Le buone maniere, il rispetto e l’educazione sono un dono innato, indotto e non inducibile; quindi: capisci l’ambiente in cui ti trovi, cerca di fare sempre il tuo meglio, inizia a fare yoga.

Ametista, David Bowie e il consulente.


Suona il Blackberry. Sullo schermo un nome: il consulente.

– Ciao Ametista.
– Ciao consulente.
– Una grossa cortesia, ti ho scritto poco fa…
– Sì? Non ho letto, scusami. Sono a casa. Sto preparando la cena a mia cugina che mi è venuta a trovare dall’Uzbekistan.
– Ok, senti Ametista. Mi servirebbero dei dati…
– Per quando?
– Per oggi.
– Sì ma sono le 20:00…
– Eee lo so Ametista, ma sono dati molto importanti. Me li aveva chiesti David…
– David chi?
David Bowie.
– Ma David Bowie è morto domenica…
– Eee lo so, lui però me li aveva chiesti ai tempi di Let’s Dance.
– Nel 1983?
– Esatto.
– Io non ero nato nel 1983…
– Nemmeno io Ametista, però sono molto importanti.
– Immagino… va bè, posso mandarteli domattina come prima cosa, visto che il referente è morto?
– Ametista, se ti è possibile entro mezzanotte. Ho una presentazione da chiudere entro le 3:00.
– Ok consulente, allora ritorno in ufficio, riapro il computer, estraggo i dati e te li invio per mezzanotte.
– Ti ringrazio molto Ametista, sei molto gentile.
Let’s Dance !

Ametista Lostagista e lo stipendio in pennette


A fine del mese, quasi inizio dell’altro, Ametista parla con la sua collega di questione delicate…

– Enrica, posso chiederti una cosa?
– Certo Ametista, dimmi pure.
– Ma a te è arrivato lo stipendio?
– Certo. Da una decina di giorni. A te no?
– No!
– E parlane…
– Con chi?
– Con Gianna, o con il direttore.
– Va bene. Vado.

– Ciao Gianna, ti disturbo?
– Ehh, no Ametista. Dammi due minuti che rispondo alla candidatura di un annuncio su Linkedin.
– Certo, certo. Fa pure.

Dopo 2 minuti, all’incirca…

– Dimmi pure Ametista
– No, sai, volevo chiederti una cosa. Così, per sapere…
– Dimmi pure.
– A me non sarebbe ancora arrivato lo stipendio.
– Ah, interessante.
– Sì, molto.
– E quindi?
– E quindi, siccome questo mese mi piacerebbe riuscire a mangiare, vorrei sapere come mai non mi fosse ancora arrivato.
– Giusto. Ottima domanda. Sai che potresti fare?
– Cosa?
– Parlane col direttore.
– Ok.

Dopo 4 minuti, all’incirca.

– Salve direttore
– Salve Ametista, entri pure, prego.
– Grazie mille. Senta, volevo chiederle una cosa.
– Mi dica, mi dica…
– Ehh… in pratica… a me… questo mese…
– Si?
– Non mi è…
– Sì?
– Non mi è arrivato lo stipendio.
– Ah, certo, certo.
– Come certo, mi scusi…
– È tutto sotto controllo Ametista. Non tema nulla.
– No, io non temo nulla, vorrei solo…
– E poi io mi aspettavo gliel’avesse già detto Gianna.
– Cosa?
– Che questo mese, per questa attività, non c’è budget!
– Per quale attività?
– Per il suo stipendio.
– Ma direttore, il mio stipendio è uno stipendio. È la ricompensa del mio lavoro. Non è un’attività.
– Lo credo anche io Ametista. È per questo che vorremmo in ogni caso premiarla.
– Ma come? Come fate a premiarmi se non mi pagate?
– Volevamo regalarle una bella pennetta usb. Guardi. Guardi un po’ che bella. Non la trova molto bella?
– Sì…
– È a forma di coccodrillo. Non le piace?
– Sì, molto, però…
– Ne vuole un’altra? Ne ho una a forma di carota, le piace più questa?
– Mi piacerebbe più uno stipendio a dire il vero.
– Non tema nulla Ametista. Tra un po’ sistemeremo anche questo. Nel frattempo si goda la sua pennetta a forma di carota.
– Me la godo. Certo, me la faccio al sugo.
– Esatto. Mi piace questo suo spirito d’iniziativa, Amestista. Vada. Vada pure adesso.
– Vado, direttore. Vado. E vada anche lei…
– Dove?
– Ehh, glielo dico la settimana prossima magari…
– Perfetto, ci conto. In gamba Ametista, mi raccomando, in gamba…

Amestista Lostagista e i festeggiamenti del Santo Natale


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qualche tempo dopo…

– Ametista, allora, ha fatto i biglietti per tornare a casa, a Natale?
– No direttore, non ancora.
– Che fa, non parte? Non va a ritrovare la sua terra natìa?
– Certo, mi piacerebbe tanto…
– Ma..?
– Ma Gianna (la mia tutor), mi ha chiesto di lavorare il 25 mattina. Sa, un’emergenza, non si sa mai…
– Ha fatto bene. Gianna è sempre sul pezzo, ha avuto un’ottima idea.
– Ottima, direttore. Ottima.
– Quindi il 25 mattina è in ufficio, giusto?
– Giustissimo. Poi per le 13:30 faccio pausa pranzo.
– Fa solo un’oretta, vero?
– Certo, solo per pranzo. È sempre meglio stare in ufficio il 25 pomeriggio; sa, le emergenze…
– Parole Sante, Ametista. Parole sante… Mi spiace molto però che si concede solo un’oretta. Può anche prendersene due, volendo…
– Eh direttore, meglio di no. Le emergenze non vanno mai in vacanza. Soprattutto il 25 dicembre, di pomeriggio.
– Verissimo… ma dove pranzerà quindi il 25, Ametista?
– Qui giù. Mi sono organizzato col kebabbaro.
– Ottima idea Ametista, davvero.
– Sempre sul pezzo, direttore.

– Lei invece, direttore, che fa a Natale? Dove va a pranzo?
– Guardi Ametista, anche io quest’anno sposerò la sua teoria.
– Andrà dal kebbabaro?
– No, no, non così massive. Sarò più light. Anche io il 25 dicembre farò qualcosa di inusuale.
– Cioè? Dove sarà? Sempre se posso permettermi di chiederglielo…
– Lei può chiedermi tutto, Ametista. Il 25 dicembre sarò a Honolulu.
– Accidentaccio…
– Sì Amestista, davvero, basta. Basta con le solite cose, i soliti pranzi…
– I soliti kebabbari…
– I soliti kebabbari. Io e mia moglie volevamo cambiare. E far svagare un po’ i bambini.
– Come darvi torto, direttore.
– Quando torno poi, le racconto un po’ come si stava ad Honolulu, che dice?
– Attenderò con ansia direttore. Io le racconterò di come erano i falafel.
– Ci tengo Amestista.
– Va bene direttore. Vado. Ho da fare molte cose oggi pomeriggio.
– Vada Ametista. E mi raccomando, in gamba eh…
– Sempre direttore, sempre.